Camillo La Mesa

professore ordinario
Biografia
Laureato nel 1977. Addetto ai corsi di Chimica Fisica, 1977, 1978, 1980, 1981. Borsista CNR nel 1981. Borsista Nato nel 1982-1983. Ricercatore universitario (1984-1992). Professore Associato di Chimica Fisica presso la Sapienza (1992-2002). Professore Ordinario. Titolare dei corsi di Misure Elettriche, Chimica-Fisica dei Sistemi Dispersi e delle Interfasi, Chimica-Fisica delle Interfasi, Chimica-Fisica 3, Esercitazioni di Chimica-Fisica I, Laboratorio di Chimica-Fisica I, Chimica-Fisica I con laboratorio. Relatore di numerose tesi di laurea e di Dottorato. Revisore per J. Colloid Interface Sci., Colloids & Surf A e B, J. Phys. Chem. B e C, J. Chem. Phys., Soft Matter, Langmuir, etc. E' stato nell'Advisory Editorial Board del J. Colloid Interface Sci. Coordinatore di Progetti CEE (Cost Actions D5 e D36). Erasmus Mundus Teacher (Capo Verde 2012). Coordinatore della Scuola di Dottorato in Scienze Chimiche (2008-2013). Consulente scientifico per BASF e Procter & Gamble. La sua attività di ricerca è stata, nel tempo, incentrata su didattica chimica, soluzioni di elettroliti e non. Particolarmente attivo, in tempi più recenti, nel campo dei colloidi di associazione: micelle, microemulsioni, fasi liquido-cristalline, gel, sistemi polimero-tensioattivo, vescicole, biopolimeri, e loro miscele. Si interessa anche di colloidi intrinseci, nanoparticelle e delle tecniche di wrapping di polimeri su nanoparticelle. Autore di oltre 150 articoli su riviste di alto rango.
Ricerca
Area: 
Chimica fisica
Ricerca: 
I campi di ricerca del Prof. La Mesa, sono diversi e si sono evoluti nel tempo. Gran parte hanno a che fare con colloidi di associazione, miscele composite di polimeri ed uno o piu detergenti, o lipidi. E' stato tra i primi in Italia a studiare fasi liquido-cristalline di tipo liotropico, sistemi polimero-tensioattivo, oppure proteina-tensioattivo. Più recentemente si è interessato ad indagini su vescicole cat-anioniche (miscele di tensioattivi o lipidi aventi carica opposta). Queste hanno dimensioni facilmente modulabili giocando sul rapporto tra specie anionica e cationica. Dette entità sono stabili ed interagiscono facilmente con proteine ed acidi nucleici; quindi, sono potenzialmente utilizzabili nelle tecnologie di trasfezione, essendo moderatamente citotossiche. Si è anche interessato alla stabilizzazione di nanoparticelle inorganiche, silica o titania, e di nanotubi di carbonio. Studi estensivi su tali sistemi hanno messo in evidenza i meccanismi di stabilizzazione ed i loro limiti, spesso dovuti a fenomeni di deplezione. Per i nanotubi ha determinato quanto sia efficiente la stabilizzazione basata sull'adsorbimento superficiale di DNa, od RNA.
Didattica
Ricevimento studenti: 
Lunedì ore 12-13

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