Marguerite Perey e Sonia Cotelle presso l'Institut du Radium a Parigi nel 1930. Crediti fotografia: Musée Curie (Coll. ACJC). Crediti Tavola Periodica: IUPAC

Nature celebra le donne della Tavola Periodica

Lunedì, 11 Marzo, 2019

Lei (la Tavola Periodica) compie 150 anni e la prestigiosa rivista Nature celebra le donne della Tavola Periodica (da Brigitte Van Tiggelen e Annette Lykknes, 2019: "Celebrate the women behind the periodic table", Nature 565, 559-561).

Se Maria Skłodowska Curie fu insignita due volte con il premio Nobel per aver scoperto Radio (88 Ra) e Polonio (84 Po) e per le ricerche sulla radioattività, le storie delle altre ricercatrici sono decisamente meno note.

Nature ci racconta di Julia Lermontova, che lavorava con Mendeleev, e della sua ricerca per distinguere i metalli del gruppo del Platino (di cui rimane traccia solo negli archivi di Mendeleev). Fu la prima donna vincitrice di un dottorato in Chimica nella Germania del 1874.

Di Margaret Todd fisica, a cui dobbiamo il termine isotopo suggerito al chimico inglese Frederick Soddy che lo introdusse nel 1913, e di Stefanie Horovitz, chimica ebrea polacca che lavorando al Radium Institute di Vienna provò sperimentalmente l'esistenza degli isotopi e mostrò come un elemento comune come il Piombo poteva avere diversi pesi atomici a seconda della provenienza dal decadimento radioattivo dell'Uranio o del Torio.

Di Harriet Brooks, che con il suo supervisore Ernest Rutherford alla McGill University di Montreal, in Canada, mostrò nel 1901 che l'"emanazione" del Radio diffondeva come un gas pesante, fornendo la prima prova che un nuovo elemento poteva essere prodotto durante il decadimento radioattivo. Fu il primo passo per la teoria della radioattività che avrebbe portato Rutherford (non lei) al Nobel: sebbene il primo documento era firmato Brooks e Rutherford, il successivo (su Nature) portava solo il nome di Rutherford, con un accenno alla dottoressa Brooks che lo assisteva. 

Di Lise Meitner fisica che, insieme al chimico Otto Hahn, scoprì l'elemento 91, il Protoattinio. La Meitner dopo il suo dottorato di ricerca in Austria si traferì in Germania, per migliorare le sue opportunità di carriera, e nel 1907 fu ammessa come collaboratrice non retribuita di Hahn al dipartimento di chimica dell'Università di Berlino. Doveva però lavorare nel seminterrato perché le donne non dovevano essere viste.

Di Ida Tacke Noddack chimica che nel 1925 scoprì, insieme al marito Walter Noddack e a Otto Berg presso la società di ingegneria elettrica Siemens-Halske (successivamente parte della ditta Siemens) a Berlino, il Renio (elemento 75). Quando nel 1934 il fisico Enrico Fermi e i suoi colleghi dell'Università di Roma annunciarono di aver prodotto gli elementi 93 e 94 sparando neutroni all'Uranio, Ida Noddack (che lavorava come ospite nel laboratorio di suo marito) in un articolo su Angewandte Chemie, commentando le ricerche di Fermi suggerì che il nucleo potesse dividersi, intuendo il processo che ora chiamiamo fissione.
I fisici la ignorarono. Alla fissione dell'atomo nel 1938 aveva lavorato anche Lise Meitner dimostrando, con Otto Hahn, che uno degli elementi che Fermi aveva creato era il Bario e che il nucleo dell'Uranio si era effettivamente diviso. L'articolo del 1939 però portava solo il nome di Hahn, la Meitner ebrea era dovuta fuggire in Svezia. Hahn, quando accettò il premio Nobel per la chimica del 1944, riconobbe comunque in modo chiaro il contributo di Lise Meitner.

Di Marguerite Perey che nel 1939 scoprì il Francio (87 Fr) e fu appreazzata! Tanto da dirigere il dipartimento di chimica nucleare all'Università di Strasburgo e diventare, nel 1962, la prima donna eletta all'Accademia delle scienze francese, ma solo come membro corrispondente (anche se non c'era alcuna regola contro l'ammissione delle donne, la prima donna  membro a pieno titolo fu eletta solo nel 1979).

Il Francio era l'ultimo elemento da scoprire in natura.

Oggi, la scoperta di nuovi elementi richiede team di grandi ricercatrici/ricercatori, acceleratori di particelle e grandi budget.
l significato di elemento chimico è cambiato, dal concetto di Mendeleev di una sostanza stabile e non trasmutabile ora si studiano specie isotopiche che esistono solo per millisecondi.

Darleane Hoffman, chimica americana nei primi anni '70 mostrò che l'isotopo fermio-257 poteva dividersi spontaneamente - non solo dopo essere stato bombardato con neutroni, ha anche scoperto il Plutonio-244 in natura. È stata la prima donna a dirigere una divisione scientifica presso il Los Alamos National Laboratory nel New Mexico, dove ha formato generazioni di scienziate. Una è Dawn Shaughnessy, ora principale investigatore del progetto Elementi pesanti (e molti altri) al Lawrence Livermore National Laboratory in California, che ha contribuito a scoprire sei nuovi elementi (numeri 113-118).

Come con le scoperte stesse, portare alla luce i racconti sulle scienziate ha richiesto molto lavoro di squadra alla rivista Nature. Hanno contribuito al lavoro: Gisela Boeck, John Hudson, Claire Murray, Jessica Wade, Mary Mark Ockerbloom, Marelene Rayner-Canham, Geoffrey Rayner-Canham, Xavier Roqué , Matt Shindell e Ignacio Suay-Matallana.

Raccontare le donne nella storia della chimica svela un quadro più completo di tutte le persone che lavorano su scoperte scientifiche, da assistenti non pagati e tecnici a leader di grandi laboratori. In questo anno celebrativo della Tavola Periodica, ringraziamo Nature per il lavoro fatto per riconoscere come è stata costruita - e continua a essere modellata - da  sforzi individuali e da ampie collaborazioni. Leggete l'articolo!

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