Stanislao Cannizzaro

tratto e rielaborato da "Nos Contemporains" - Album illustré biographique, Directeur Clément Deltour, 1910

 

Stanislao Cannizzaro nacque in Palermo il 13 Luglio 1826 dal Dott. Don Mariano Cannizzaro di cospicua famiglia messinese di magistrati, già ministro di polizia e poi presidente della R. Gran Corte dei Conti del Regno di Sicilia, e da Donna Anna Di Benedetto di famiglia patrizia palermitana, che più tardi ha dato parecchi martiri al risorgimento italiano.

Stanislao fu l’ultimo nato di una numerosa prole. I suoi fratelli maggiori morirono senza lasciare figli e delle sorelle due soltanto si maritarono, la marchesa Ruffo e la marchesa de Ganziria e di quest’ultima sola vi è discendenza. Stanislao nel 1957 sposò la Signora Henriette Withers, inglese, e ne ebbe un figlio che è ora Architetto Ingegnere e due femmine delle quali non ne vive oggi che una sola.

I Cannizzaro sono imparentati con diverse famiglie della aristocrazia siciliana.

Il giovane Stanislao fece i suoi studi nel Collegio Carolino Calasanzio di Palermo tenuto dai Padri Scolopi e si distinse nell’anno 1840 in rettorica e poi nell’Università di Palermo facendo specialmente studi fisiologici nel laboratorio del Prof. Foderà. Partecipò al Congresso degli scienziati in Napoli nel 1845, leggendo una memoria di fisiologia. Fu poi preparatore nel laboratorio dell’Università di Pisa presso il Prof. Piria.

Scoppiata la rivoluzione in Sicilia nel 1848 egli vi prese parte attiva nel parlamento, come membro e segretario della Camera dei Comuni, e nella guerra contro i Borbone, come ufficiale di artiglieria in Messina. Poi, come commissario del Governo provvisorio a Taormina, continuò a resistere all’avanzata delle truppe borboniche finché dovette firmare l’armistizio col Principe Filangeri il 13 Settembre 1848. Comandò la ritirata verso Palermo e, caduto il Governo provvisorio, s’imbarcò con altri nell’unica nave da guerra di quel Governo sbarcando a Marsiglia.

Pochi mesi dopo si trasferì a Parigi, dove, grazie all’interessamento del chimico A. Cahours, al quale era stato presentato da una lettera del Piria, fu ammesso nel laboratorio di M. E. Chevreul al Jardin des plantes, dove era preparatore S. Cloëz. Con quest'ultimo pubblicò un lavoro sulla preparazione della cianammide e suoi derivati. Nel periodo trascorso al Jardin des plantes ebbe modo di stringere amicizia con molti chimici importanti quali J.-L. Gay-Lussac, E. Fremy. J.-B. Dumas, A. Wurtz e altri. Nel 1851 frequentò le lezioni di H.-V. Regnault sulla calorimetria.

Nel novembre del 1851 tornò in Italia come  "professore di fisica, chimica e meccanica" nel collegio nazionale di Alessandria. Avendo a disposizione un preparatore e  un piccolo laboratorio, poté continuare le ricerche sui derivati della cianammide ed eseguì il celebre lavoro sulla dismutazione della benzaldeide (1853). Nel 1855 passò ad insegnare chimica all’Università di Genova. Lì scrisse il famoso "Sunto di un corso di filosofia chimica", pubblicato sul Nuovo Cimento in cui enunciò la sua celebre legge degli atomi (1858).

Tornò in Sicilia con la spedizione dei Mille e per la riunione dell’isola all’Italia nel 1860 è nominato membro del Consiglio Straordinario di Stato per la Sicilia. Nel 1861 è chiamato ad insegnare, come professore ordinario, chimica organica ed inorganica nell’Università di Palermo che lo nominò e lo riconfermò più volte suo rettore.

Nel frattempo, con forme molto lusinghiere per lui, era stato chiamato all’Università di Pisa (1° Novembre 1860) e di Napoli (31 Dicembre 1861), ma egli rimase in Palermo dove ebbe anche affidata la direzione della Scuola di Farmacia.

Nel riordinamento dell’Università di Roma, diventata capitale del Regno, fu chiamato ad insegnare chimica e impiantò il laboratorio che è il principale d’Italia. Organizzò e diresse per parecchi anni il Laboratorio Centrale Chimico delle Gabelle. Il 15 Novembre 1871 fu nominato membro del Senato del Regno che lo ebbe Vice Presidente nelle legislature XVI, XVII, XIX, XX e XXI.   Scientificamente i quaranta anni della permanenza a Roma di Cannizzaro furono dedicati, oltre che allo sviluppo di un’importante scuola di Chimica, allo studio della complessa struttura della santonina.

Oltre i molteplici incarichi scientifici e politici che il Governo spesso gli affida è stato quasi in permanenza membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, della Sanità Pubblica e fece parte d’importantissime commissioni fra cui quella della compilazione della Farmacopea Italiana. Ed ora è presidente del Consiglio Superiore dell’Istruzione Agraria e della Commissione Speciale per l’applicazione della legge sugli zolfi in Sicilia.

Oltre al già citato "Sunto", ci limitiamo a citare alcune delle sue più importanti pubblicazioni:

Osservazioni intorno alla teoria di Weber sulla contrazione muscolare in Atti della 7. Adunanza degli Scienz. ital., Napoli, (1845).

Ricerche sulla cianammide (in collaborazione con S. Cloëz), in Comptes rendus de l'Acad. des Sciences, XXXII(1851)

Sull'alcol corrispondente all'acido benzoico, in Annalen der Chemie und Pharm., LXXXVIII (1853)

Notizie storiche e considerazioni sull'applicazione della teoria atomica alla chimica e sui sistemi di formule esprimenti la costituzione dei composti, in Gazz. chimica ital., I (1871)

Sulla costituzione della santonina, in Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, cl. di sc. fis. s. 4, I (1884-85)

Prese parte al famoso Congresso Chimico di Karlsruhe nel settembre del 1860, dove presentò il "Sunto" scritto due anni prima, in un periodo assai critico della storia delle scienze si piazzò in prima linea fra i chimici del suo tempo.

Il suo nome rimarrà per sempre associato ai grandi progressi della chimica nella seconda metà del XIX secolo, perché furono le sue indagini che grandemente contribuirono a dare alla scienza il nuovo indirizzo, al quale si devono le sue grandi scoperte. Soprattutto si deve a lui di aver trovato il vero significato di due leggi fondamentali di Chimica col fare, con incomparabile chiarezza, distinzione fra atomo e molecola, additando i rapporti che corrono fra i loro pesi e dissipando con la scoperta del meccanismo della dissociazione le contraddizioni che lungamente avevano impedito la adozione completa di quelle leggi. È quindi uno dei fondatori della scuola che ha dato tanti splendidi risultati sgombrando la via da ogni incertezza e rischiarandola radiosamente.

Le sue indagini scientifiche gli schiusero le porte delle maggiori Accademie del mondo che si onorarono di contarlo fra i loro membri. La Royal Institution of Great Britain lo insignì, nel 1891, della medaglia Copley, una distinzione rara che in Italia non avevano avuto che Volta e Matteucci.

La gratitudine e l’ammirazione di tutto il mondo studioso si affermava solennemente con le onoranze fattegli in occasione del suo settantesimo compleanno, e quale sia l’uomo, semplice e modesto, lo dice la considerazione che ha goduto presso Vittorio Emanuele II, Umberto e Vittorio Emanuele III ed in tutto il mondo ufficiale, e il riverente affetto con cui i suoi discepoli, ormai colleghi, parlano di lui.

(Si ringrazia la famiglia Cannizzaro per il supporto documentale)

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