Tavola I Estrazione dello zolfo

estrazione zolfo
Descrizione: 

La tavola illustra i più comuni procedimenti per ottenere lo zolfo grezzo. Lo zolfo, per lo più , aveva provenienza vulcanica; si trovava in grande quantità nei filoni di carbon fossile, nei giacimenti di gesso e argilla e nelle marne. Ne erano molto ricchi i depositi della Sicilia; con 250 cave e più, esse produceva 9/10 dello zolfo disponibile. I metodi principali di estrazione dello zolfo erano due: per fusione e per distillazione del materiale grezzo. La tav. I fornisce un esempio per ciascun metodo.

Nella fig. 1 è illustrato il più comune processo di ottenimento dello zolfo dal materiale grezzo tramite fusione (“calcarone”). Questo processo rappresentò un notevole progresso rispetto al metodo di estrazione dello zolfo usato in Sicilia, cioè la “calcara” o “calcarella”. Il materiale grezzo veniva raccolto in forni di pietra di pochi metri cubi di capacità, di forma circolare e circondati fino a metà altezza da muri in pietra; si dava quindi fuoco al minerale e dopo circa dodici ore lo zolfo fuso veniva raccolto in opportune forme di legno. In questo modo, tuttavia, non si riusciva ad ottenere che un rendimento del 20-30% dello zolfo totale, poiché bruciava molto più materiale del necessario. Con il sistema del calcarone, invece, a partire dal 1850 si otteneva un rendimento in zolfo del 60-65%.

La fig. 1 mostra la sezione verticale di un calcarone. Si trattava di una camera di ampie dimensioni  (dai 200 ai 1000 m3), di forma cilindrica, con il pavimento (S) inclinato; la superficie interna viene intonacata a gesso perché fosse impermeabile allo zolfo fuso. Il suolo del calcarone era costituito da materiale esaurito in precedenti operazioni. Per caricare il calcarone, si disponeva dapprima sul fondo il minerale grezzo (tozzi) sul quale si innalzava la carica, usando i pezzi più grossi per formare da tre a sei canali (C) destinati all’accensione e all’afflusso dell’aria necessaria per la combustione. Terminata la carica, si ricopriva la superficie del cumulo con una camicia (D) di materiale esaurito, si chiudeva il canale di uscita (O) con del gesso  e si accendeva la carica dall’alto attraverso i canali (C). Il calore si propagava fondendo una certa quantità di zolfo che faceva da combustibile; lo zolfo fuso veniva raccolto in (R).

La fig. 2 illustra il procedimento di estrazione dello zolfo dal materiale grezzo per distillazione. La roccia ricca di zolfo veniva accumulata nella camera murata (C) e attraverso lo sportello (S) andava a riempire una caldaia in ghisa (A), riscaldata dalla fornace (F). I vapori di zolfo prodotti dal riscaldamento condensavano, attraverso il condotto (R), nel recipiente (B), costruito in ghisa o argilla; lo zolfo liquido veniva poi travasato fuori dal rubinetto (H). I gas caldi prodotti dalla fornace (F) venivano utilizzati per il preriscaldamento della camera (C).

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