La problematica complessiva affrontata riguarda il problema della sicurezza delle batterie litio/ione, per utilizzatori e addetti alla produzione manutenzione e smaltimento.
In bibliografia si reperiscono diverse indicazioni sulla composizione di partenza delle batterie Li-ione e sui prodotti generati da abuso, accidentale o provocato, sino all’incendio o esplosione; ma purtroppo le batterie prese in esame sono di tipologia e dimensione estremamente variabile (spesso non di applicazione “automotive”) e non sono descritte procedure operative omogenee o comparabili, che vadano dall’apertura delle celle, alla raccolta di campioni (nello stato aerodisperso o di residuo solido) alle tecniche analitiche o comunque valutative. Gran parte dei lavori consultati fanno soprattutto riferimento a composizioni semiquantitative degli aerodispersi prodotti da differenti prove di abuso, principalmente CO2, con contributi significativi di CO, C2H4 e H2. Una percentuale minore di autori riferisce (in funzione delle diverse tipologie di celle e di abuso/danneggiamento) presenza di idrocarburi C2 – C4, di HF, NO, SO2 e HCl, definendoli perlopiù “fumi” in modo erroneo, trattandosi di specie allo stato gassoso (si rammenta che per “fumi” va inteso particolato aerodisperso – aerosol – allo stato liquido o solido generato da combustioni anche incomplete).